Ecuador, Isole Galapagos

“In quale altro luogo che non sia il paradiso potrebbero gli animali mostrarsi tanto privi di timore?”

È con questa frase di Margret Wittmer che vogliamo iniziare il nostro articolo sulle Galapagos, perché è proprio un paradiso che a noi è sembrato.

Ci siamo concessi in queste meravigliose isole solamente 4 giorni, perché le abbiamo abbinate al Nostro viaggio in Ecuador e anche perché purtroppo, non essendo proprio economiche, è ciò che potevamo permetterci.

È stato comunque un tempo sufficiente per potercene innamorare e per poter comprendere la straordinarietà di uno dei luoghi più unici al mondo diventato patrimonio naturale dell’umanità.

Iniziamo col dire che l’arcipelago è costituito da 13 isole vulcaniche formatesi circa 4 milioni di anni fa, di cui 7 di dimensioni maggiori e 6 più piccole, e solamente 5 abitate!

La loro distanza dal continente e la varietà di climi e di habitat dovuti alle diverse correnti ha fatto sì che si sviluppassero in questi luoghi numerosissime specie di animali e vegetali, portando nel 1835 Charles Darwin ad elaborare la celebre Teoria sull’evoluzione della specie.

Cognati nell'isola di North Seymour

È uno dei luoghi meno contaminati al mondo, ed è per questo che stanno cercando di preservarlo e tutelarlo il più possibile. Tant’è che solo una minima percentuale di tutto il territorio è visitabile e per di più con delle guide e attraverso escursioni organizzate che vanno dai 200 € a testa giornalieri, e quindi anche attraverso un turismo molto controllato, dovuto infatti ai prezzi altissimi e quasi inaccessibili; basti pensare che solamente per mettere piede su queste isole occorre pagare una tassa di 120 dollari.

Ma tutto questo non scoraggia affatto tutti coloro che come noi sono motivati da un immenso amore per la natura e per gli animali, e ritrovarsi a contatto con leoni marini, tartarughe giganti, iguane e non solo è qualcosa che non ha davvero prezzo.

Tartaruge Galapagos, che danno il nome alle isole

È importante sapere che ci sono due possibilità per visitare le Galapagos, una è quella della crociera, dove come vantaggio vi è quello di poter visitare qualche isola in più, ma lo svantaggio di essere molto costosa e di non vivere direttamente a contatto con questi luoghi.

L’altro invece, che abbiamo scelto noi perché lo riteniamo migliore, è quello di alloggiare in una delle isole abitate ( per esempio quella di Santa Cruz nel paese di Puerto Ayora principale approdo dii turisti) e da lì muoversi attraverso le varie escursioni organizzate.

Isla Santa Cruz, il porticciolo di Puerto Ayora

L’unica spiaggia raggiungibile da qui è quella di Tortuga bay, attraverso un sentiero di 2.5 km da percorrere a piedi, immerso in una vegetazione tra le più particolari mai viste, con alberi di cactus altissimi e con piccoli animaletti come uccellini e lucertoline di ogni tipo che ti accompagnano lungo tutto il percorso, fino a quando non arrivi e ti trovi davanti quello che per noi è sembrato davvero un piccolo paradiso.

Cactus che si incontrano lungo il sentiero per Tortuga Bay

Tortuga Bay

Una spiaggia immensa, quasi deserta, bianchissima, contrastata solo dal nero di alcuni scogli dove i pellicani si fermano per riposare prima di ripartire in volo. Ma è solo avvicinandosi che si rimane sorpresi nel vedere che sopra queste rocce di colore scuro si mimetizzano una miriade di iguane marine che emettono degli strani spruzzi di vapore, come fossero piccoli draghetti .

Impossibile qui starsene sdraiati a prendere il sole, e non solo perché essendo all’equatore picchia davvero troppo, ma soprattutto perché ogni minuto, ogni secondo è prezioso e deve essere sfruttato per scoprire e godere al massimo questo luogo.

Potrete così avvistare le teste delle tartarughe marine giganti emergere dall’acqua mentre si fanno trasportare dalle onde o qualche piccolo squaletto nuotare a riva come fosse un qualsiasi pesce.

In compagnia delle iguane marine a Tortuga Bay

Pellicano a Tortuga Bay


Non potremo mai dimenticare l ‘emozione provata al molo alle 6 di mattina quando i primi pescatori arrivano con le loro barche per portare il primo pescato e insieme a loro, quasi fluttuando e facendo giravolte in acqua, anche un paio di leoni marini che salgono le scale e si piazzano sotto al bancone del pesce come fossero gatti o cani domestici che aspettano da mangiare.

Non vi sono predatori e l’uomo li rispetta, li tutela e li protegge.

Per questo qui gli animali non hanno paura e tutto sembra essere in armonia ed equilibrio perfetto.

Leone Marino e Pellicani in attesa di mangiare

Solitamente a Puerto Ayora la mattina pioviscola un po', e il secondo giorno ne abbiamo approfittato per visitare, a due passi dal centro, la Charles Darwin Research Station, una stazione di ricerca biologica creata proprio dallo stesso Darwin, dove scienziati provenienti da tutto il mondo lavorano sulla ricerca e sulla conservazione degli ecosistemi marini e terrestri di queste isole.

Ed è qui che abbiamo incontrato le centenarie tartarughe terrestri dalle quali prendono il nome le Galapagos, creature quasi di fantascienza che possono arrivare a pesare anche 250 kg e vivere fino a 150 anni. Tra loro Diego soprannominato “Casanova” il quale pare abbia messo al mondo circa 350 esemplari, salvando dal rischio di estinzione tutta la sua specie.

Francesca e Iacopo in compagnia di "Diego"

La nostra prima escursione è stata nell’isola Bartolomè, con la compagnia Santa Fé (http://www.santafegalapagos.com.ec/), la più giovane di tutte le isole e forse tra le più belle. A circa due ore e mezza di navigazione da Puerto Ayora, con il suo “pinnacle rock” una protuberanza rocciosa che sembra emergere in mezzo ad un’acqua azzurra e cristallina, Bartolomè rappresenta sicuramente l’immagine più famosa di tutte le Galapagos, offrendo un panorama davvero unico, che si può ammirare arrivando fino in cima alla vetta del vulcano.

Isla Bartolomè - Pinnacle Rock

Da qui si raggiunge poi con la barca la spiaggia vicina dove fare finalmente un po' di snorkeling…

L’acqua nel mese di agosto è abbastanza fredda e occorre quindi avere una muta o quantomeno una maglia, ma la varietà di pesci che si possono vedere è sicuramente maggiore.

Nuotare in mezzo a loro, inseguire quelli più strani e colorati, alzare la testa dall’acqua e trovarsi un piccolo pinguino su di uno scoglio o un leone marino che sta dormendo...immergersi di nuovo e accorgersi che a pochi centimetri hai una tartaruga immensa che sta nuotando sotto di te. E' stata questa la nostra indimenticabile giornata su quest’isola.

Pinguino a Isla Bartolomè

Leone marino spiaggiato


Siamo giunti purtroppo al nostro quarto e ultimo giorno alle Galapagos ma prima di demoralizzarsi per la partenza abbiamo ancora un’ isola da vedere, quella di North Seymur creatasi dall’innalzamento di una formazione di lava sottomarina, distante circa un'ora di navigazione dal canale di Itabaca.

Questa volta viaggiamo lungo la costa quindi...niente mal di mare!

Come dicevamo, qui ogni minuto, ogni momento sono esperienze preziose, non si fa a tempo a distrarsi un attimo che la tua attenzione viene catturata da delle mante giganti che fuoriescono dall’acqua facendo delle vere acrobazie per poi rituffarsi a tutta velocità o da gruppi di delfini o leoni marini che sembrano seguirti.

La vegetazione su quest’isola è caratterizzata principalmente da cactus e arbusti, più che alberi, dal colore grigio/argento e da un terreno principalmente rosso che contrasta con l’azzurro del mare.

Ci siamo soffermati più volte, mentre la nostra guida proseguiva, per guardarci intorno, quasi increduli di essere in un luogo così unico, indecisi se continuare a scattare foto per avere più ricordi possibili o lasciar perdere per godere ogni attimo.

Sulla sabbia e sugli scogli gruppi di Sea Lion mezzi addormentati che si rilassano sotto il sole o qualche mamma con i loro cuccioli ci riempiono il cuore e gli occhi di gioia. Ma quest’isola è soprattutto nota per la grande quantità di fregate e di sule dai piedi blu.

Sula dai piedi azzurri

I maschi delle prime spiccano tra i rami “argentati”con i loro colli rossi che gonfiano fino a farli diventare dei grandi palloncini per richiamare e corteggiare le femmine durante il periodo dell’accoppiamento.

Colonia di fregate a North Seymour

Mimetizzate invece tra la vegetazione, l’iguane terrestri che rispetto a quelle marine ci sono sembrate gigantesche e anche molto più belle con un colore quasi dorato.

Iguana terrestre a North Seymour

Ogni passo che qui abbiamo fatto è stato come una lezione di scienze naturali, chissà se mai un giorno torneremo in questi luoghi. Ed è con occhi malinconici che li salutiamo perché staccarsi da ciò che si è amato è sempre un po’ traumatico.

Ciò che ci consola è il fatto che, anche se per pochi giorni, abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di vederli e viverli a pieno e ci auguriamo che questo sia solo un arrivederci.

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