Namibia: Il Viaggio dei nostri Sogni

Non è semplice scrivere un articolo sul nostro viaggio in Namibia, le cose da dire e le esperienze da descrivere sarebbero talmente tante da renderlo infinito, proveremo allora a fare una piccola sintesi di quello che è stato il nostro itinerario.

Partiamo con il dire che questo è un viaggio che noi sognavamo da sempre e che un anno fa avrebbe dovuto essere il nostro viaggio di nozze, ma purtroppo nel 2020 il mondo si ferma, e noi con lui.

L’8 agosto 2021 però, contro tutto e tutti, decidiamo di partire e il nostro sogno e la nostra avventura hanno finalmente inizio.

Dopo quasi 12 ore di volo atterriamo a Windhoek, la capitale della Namibia, dove trascorriamo un’intera giornata presso il Naankuse Lodge completamente nel mezzo al niente. 

Un posto incredibile che ci fa entrare subito in confidenza con questo meraviglioso paese e dove possiamo ricaricare le pile prima di partire per il nostro “on-the road”.

Naankuse Lodge
Naankuse Lodge

Il giorno seguente ci viene consegnata la nostra jeep, o meglio la nostra “nave”, date le dimensioni, ed è così che inizia la prima esperienza con la guida a destra, tra le infinite strade desertiche e sterrate della Namibia.

 

Qui le distanze sono immense e si può guidare per ore senza trovare assolutamente anima viva, non prende né la radio né il telefono, siamo solo noi e la natura.

On the road
On the road

Fondamentale quindi diventano le scorte di acqua, cibo e benzina, e anche la fortuna di non bucare una gomma, cosa invece molto probabile, ma che incredibilmente a noi non è mai successa.

 

Bisogna calcolare bene le distanze e gli orari, in modo da non ritrovarsi a guidare con il buio, e poi bisogna anche saper controllare e abbassare la pressione delle gomme in base al tipo di strada che ci si trova a percorrere.

Queste poche e semplici regole ed il gioco è fatto!

Iacopo mentre sgonfia gli pneumatici
Iacopo mentre sgonfia gli pneumatici

Poco prima che cali il sole (verso le 18:00) arriviamo alla nostra seconda tappa; il Namib Naukluft National Park che con un’estensione totale di quasi 50 mila km² è la più grande riserva faunistica dell’Africa. 

Noi alloggiamo al Desert camp, a soli 5 km dal cancello d’ingresso di Sesriem per Sossusvlei.

Desert Camp
Desert Camp
Strada per raggiungere Soussusvlei
Strada per raggiungere Soussusvlei

Ed è qui che abbiamo avuto il privilegio di vedere il deserto più antico del mondo...il deserto del Namib, da cui il paese prende il nome.

Dune altissime anche di 200 mt che vanno dal colore rosso all’arancione… in netto contrasto con il bianco del suolo, una depressione argillosa ormai totalmente secca e costellata da alberi di acace morte, che hanno assunto un colore nero e un aspetto scheletrico e spettrale.

L’azzurro del cielo in sottofondo.

 

Questo appena descritto è niente di meno che uno dei luoghi più fotografati, più desiderati, più incredibili e unici al mondo e che noi non vedevamo l’ora di vedere…la Deadvlei.

Deadvlei
Deadvlei
Noi sulla Duna 45
Noi sulla Duna 45

La Namibia è un mix di paesaggi tutti diversi tra loro, ed è questa la caratteristica più affascinante di questo paese. Riesce sempre a sorprenderti e a stupirti in ogni momento, in ogni direzione tu stia guardando.

Il nostro viaggio prosegue verso la costa atlantica.

Attraversando il tropico del capricorno e due suggestivi passi di montagna; il Gaub ed il Kuiseb, arriviamo finalmente dopo circa 5 ore a Swakopmund, una tranquilla e graziosa cittadina in stile coloniale tedesco, così tanto tedesco che si ha quasi la sensazione di non trovarsi più in Africa.

Tropico del Capricorno
Tropico del Capricorno

Situata tra l’Oceano Atlantico da una parte e il deserto del Namib dall’altra.

 E’ qui che si possono fare numerosissime attività ed esperienze indimenticabili, come guidare un quad bike tra le dune del deserto al tramonto, sentendosi quasi dei piloti della Parigi-Dakar, ma anche un’indimenticabile crociera sulla laguna a bordo di un catamarano nella località di Walvis Bay a soli 40 minuti da Swakopmund.

Usiamo l’aggettivo indimenticabile perché quel giorno, davvero, non lo dimenticheremo mai. Dolcissime otarie che salgono sulle nostre  gambe e si lasciano accarezzare come fossero animali domestici...meravigliosi pellicani che sbucano da ogni dove…delfini che giocano e nuotano vicini a noi…e una balena in lontananza.

Quad Bike tra le dune
Quad Bike tra le dune
Walvis Bay
Walvis Bay

Tutto questo mentre ci gustiamo ostriche e champagne...cosa avremmo potuto desiderare ancora? e invece la giornata continua a regalarci numerose emozioni.

Saliamo a bordo di una jeep 4x4 e con un super pilota iniziamo ad andare su e giù tra le dune del deserto come se fossimo sulle montagne russe, poi scendiamo giù fino alla riva, dove la sabbia si “tuffa” nelle acque dell’Atlantico.

A destra abbiamo le onde che bagnano le ruote della nostra jeep, a sinistra il deserto.

Come dice un proverbio africano “Ciò che l’occhio ha visto il cuore non dimentica”.

Sandwich Harbor
Sandwich Harbor

Mentre percorriamo la Skeleton Coast, che è la parte di costa più settentrionale della Namibia, ci imbattiamo in qualcosa di davvero pazzesco, un enorme relitto adagiato sulla riva.

Quando te lo trovi davanti fa paura, l’ambiente intorno poi contribuisce ad aumentare questo senso di inquietudine.

 

Si tratta infatti di un tratto tra i più ostili e selvaggi del paese, è un’area sabbiosa e desolata, spesso avvolta dalla nebbia e le acque qui, sono famose per le loro forti correnti.

Condizioni climatiche estreme che hanno portato infatti, nel corso della storia, a numerosissimi naufragi...ecco perché può capitare di vedere molti relitti e anche resti di grossi cetacei.

I boscimani la definirono “Terra che Dio ha creato con rabbia”.

Per noi è stato uno dei luoghi più suggestivi mai visti.

Il relitto sulla  Skeleton Coast
Il relitto sulla Skeleton Coast

Uno dei motivi principali per cui siamo da sempre innamorati della Namibia è la possibilità di fare un safari self-drive all’interno del parco dell’Etosha situato a nord del paese.

Per arrivarci percorriamo la regione del Damaraland.

Ore di strada completamente sterrata  e dissestata, durante il primo tratto del tragitto incontriamo donne di etnia Herero e Himba con i loro tipici e caratteristici costumi, che vendono souvenir, dopo di chè più niente…siamo nuovamente soli in mezzo ad una natura arida, desertica e meravigliosamente selvaggia, quasi primitiva, con formazioni rocciose risalenti a chissà quanti milioni di anni fa.

È incredibile pensare che questi luoghi esistono praticamente da sempre.

Nella località di Twyfelfontein abbiamo potuto ammirare le numerose incisioni rupestri dell’età della pietra su rocce arenarie, numerosi disegni di animali e altri graffiti che si dice servissero ai boscimani per entrare in contatto con altri mondi.

Donna Etnia Herero
Donna Etnia Herero
Donna Etnia Himba
Donna Etnia Himba
Incisioni rupestri a Twyfelfontein
Incisioni rupestri a Twyfelfontein

Abbiamo alloggiato all’Ugab Terrace, un meraviglioso lodge dal quale abbiamo potuto godere di un meraviglioso panorama.

Ugab Terrace Lodge
Ugab Terrace Lodge
Panorama da Ugab Terrace Lodge
Panorama da Ugab Terrace Lodge

E poi arriva il giorno dell’Etosha...ritenuto uno dei parchi più grandi e ricchi di tutta l’Africa.

Siamo emozionati ed elettrizzati come due bambini al parco giochi.

Finalmente inizia il nostro game-drive e fotosafari.

Abbiamo 2 giorni a disposizione per girarlo in lungo e in largo tra Okaukuejo e Namutoni, in completa autonomia, ma la verità è che noi avremmo voluto stare lì per una settimana intera.

Non eravamo mai “sazi” di ciò che vedevamo. Muniti di binocolo, macchina fotografica e cartina, abbiamo perlustrato ogni pozza d’acqua a “caccia” di animali.

Quella che ci ha regalato più emozioni è la Ozonjuitji m’bari…siamo rimasti letteralmente folgorati quando ci siamo ritrovati davanti una quantità indefinita di animali…intorno a quella pozza era presente ogni specie; zebre, springbok, kudu, gnu, giraffe, elefanti, orici che sono l’animale simbolo della Namibia, e poi ancora eland, dik dik, sciacalli, iene, leoni e leonesse. Non esiste, secondo noi, posto al mondo dove poter ammirare uno spettacolo del genere.

Ozonjuitji M’bari, Parco Etosha
Ozonjuitji M’bari, Parco Etosha
Zebre all’interno del Parco Etosha
Zebre all’interno del Parco Etosha
Springbok e Orix all’interno del Parco Etosha
Springbok e Orix all’interno del Parco Etosha
Animali all’interno del Parco Etosha
Animali all’interno del Parco Etosha

Gli ultimi giorni del nostro intenso e meraviglioso viaggio in Namibia li trascorriamo nella regione del Caprivi o anche detta dito del Caprivi, una stretta e lunga striscia di terra che si protrae nella parte nord-orientale del paese, confinante con Angola, Zambia, Botswana e Zimbawe, e che con la Namibia vista fino ad ora, ha poco a che fare.

È una terra insolita, remota e selvaggia,  poco turistica, da “veri viaggiatori” si dice , e caratterizzata da una vegetazione rigogliosa e lussureggiante grazie ai fiumi Okavango, Kwando,  Chobe e Zambesi che la bagnano.

È qui che iniziamo a rivedere qualche forma di presenza umana.                  

Lungo le strade, che qui sono asfaltate, incontriamo piccoli villaggi di pescatori e allevatori... vediamo mucche che pascolano tra i campi, abitazioni fatte di lamiera o di fango, e gruppi di bambini che tornano a casa.

Bambini incontrati lungo la strada
Bambini incontrati lungo la strada
Abitazioni di fango
Abitazioni di fango

Noi alloggiamo in una tenda lungo il fiume Chobe, dove vivono ippopotami, bufali, coccodrilli, gnu, elefanti, kudu, impala e anche qualche leone.

Trascorriamo questi giorni tra safari e giri in barca, ci sentiamo in perfetta sintonia con questa terra, dove si condividono i pasti tutti insieme, spesso intorno al fuoco, dove si impara a convivere e rispettare la natura anche quella più selvaggia e gli animali che la popolano.

Una terra dove spesso si perde la concezione del tempo e si acquisisce quella della libertà.

Una terra che ogni sera ci ha regalato spettacolari e magici tramonti.

Perché solo qui in Africa, il sole al tramonto,  diventa una gigantesca palla infuocata, tingendo tutto il cielo completamente di rosso.

Una terra, insomma, che ci rimarrà nel cuore per sempre.

La nostra tenda lungo il fiume Chobe
La nostra tenda lungo il fiume Chobe
Safari nella regione del Caprivi
Safari nella regione del Caprivi
Safari in barca lungo il fiume Chobe
Safari in barca lungo il fiume Chobe
Bufali che attraversano dal Botswana alla Namibia sul fiume Chobe
Bufali che attraversano dal Botswana alla Namibia sul fiume Chobe
Tramonto Africano
Tramonto Africano

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Commenti: 1
  • #1

    Tommaso (martedì, 19 settembre 2023 11:32)

    Buongiorno ragazzi, ho visto il vostro diario di viaggio sulla Namibia, davvero molto bello. Vorrei organizzare un viaggio in Namibia (arrivando possibilmente al confine con il Botswana) per il prossimo Agosto 2024 (durata 15gg). Vi chiedo innanzi tutto in che periodo avete fato il vostro viaggio in Namibia, poi mi farebbe piacere ricevere maggiori dettagli sul vostro itinerario al fine di poterlo utilizzare come traccia. Vi ringrazio molto! Tommaso